Philia

La philìa (filia, in greco antico φιλία) è una forma di amore descritta nella letteratura e filosofia greche antiche, in cui prevale la dimensione fraterna e amichevole della relazione tra gli amanti, traducibile pertanto come «amicizia», o «affetto»,[1] in quanto legame basato sulla stima, la simpatia e la fiducia.[2][3][4]

Fidia mostra i fregi del Partenone ai suoi amici, dettaglio da un dipinto di Lawrence Alma-Tadema (1868)

Si distingue dall'amore erotico (eros), la cui caratteristica principale è l'intenso desiderio dell'amante, e dall'agape, amore altuistico e disinteressato, particolarmente in voga tra gli autori cristiani, e che non presuppone necessariamente un rapporto d'amicizia.[5]

Il termine, dal significato equivalente anche nella forma dell'aggettivo sostantivato philos (φίλος,[6] «amico»),[1] si ritrova in italiano all'interno di parole composte nel suffisso -filo-,[7] o -filia,[2] che indicano propensione amorosa verso qualcosa, ad esempio nell'espressione «filo-sofo» o «filo-sofia» («amore per la sapienza»).[8]

  1. ^ a b Fausto Montana, Philìa: i volti dell'affetto in Grecia, su studocu.com, Loescher.
  2. ^ a b Filia, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  3. ^ I diversi volti dell'Amore: i termini Greci e il richiamo all'Essenza umana, su interattivamente.org.
  4. ^ Maria Intrieri, Osservazioni sull'itinerario di philia, su ojs.unito.it, Università della Calabria, 2013.
  5. ^ L'amore greco nelle sue tre classificazioni: Eros, Philos e Agape, su notizie.it, 2017.
  6. ^ Fìlos, su grecoantico.com.
  7. ^ -Filo, in Vocabolario Italiano, Treccani.
  8. ^ Philos, in Enciclopedia Dantesca, 1970.

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